AMMINISTRAZIONE LOMBARDI: W LA DEMOCRAZIA!
Giovanni Marrocco, 28 dicembre 2019
L’intolleranza della giunta Lombardi verso
ogni forma di critica politica al proprio operato, verso chi esprime
semplicemente un punto di vista differente dal proprio e, in generale, verso
qualsiasi forma di controllo, è cosa ben nota. L’opposizione consiliare non
dovrebbe nemmeno esistere, secondo i nostri amministratori di maggioranza, che
si ritengono infallibili e detentori della verità assoluta. È fastidiosa!
Si “permette” di chiedere atti e fare
interrogazioni consiliari, come prevedono il testo unico, lo Statuto ed i
regolamenti: questo per loro vuol dire “ingolfare la macchina comunale” (anche
se hanno risposto al 25% circa delle richieste avanzate, spesso in maniera
imbarazzante).
Si “permette” di segnalare irregolarità
contabili agli organi di controllo interno deputati alla loro verifica, come il
revisore unico dei conti: questo per loro vuol dire fare delle “intimidazioni”
al revisore stesso.
Si “permette” di chiedere la pubblicazione
di atti ed informazioni sul sito, nel rispetto della normativa sulla
trasparenza: per loro questa è una “quisquillia
amministrativa” (di diverso avviso l’ANAC, che li ha censurati con la delibera
n. 344 del 10/04/2019).
In poche parole la minoranza si permette di
fare opposizione, cioè di esercitare il mandato assegnatole dai cittadini:
questa per loro non è democrazia, ma
vuol dire “odiare” Calvi Risorta. Ma non finisce qui, perché per loro non
dovrebbe esistere alcuna forma di stampa, che non sia quella pronta a riportare
semplicemente i loro comunicati preconfezionati. Si arriva persino a pubblicare
un comunicato ufficiale, con il quale il Sindaco “accusa” un cittadino, reo di
aver pubblicato le spese previste per il ripristino delle indennità di funzione
della giunta, di trascorrere il proprio tempo fuori ad un bar!
Già, adesso il Sindaco di Calvi Risorta ci
deve dire anche se uscire e dove trascorrere le nostre ore libere. D’altronde
ha avuto anche da sindacare sugli orari di lavoro di un professore, incaricato
come revisore dei conti del comune, scrivendo al suo dirigente scolastico e
rimediando solo una figuraccia (però è Marrocco che intimidisce i revisori,
nella sua falsa narrazione). Pensavamo di aver quindi raggiunto l’apice, ma a
quanto pare con Lombardi si scalano vette di indecenza sempre più alte.
Questa volta il destinatario dei loro
rimbrotti è addirittura un cittadino residente in Via Cappella-Raeta,
che si è “permesso” di filmare i disastri causati dalla pioggia di queste
ultime settimane, chiedendo le dimissioni dei nostri amministratori in un
momento di giustificabile sconforto, dovuto ai disagi che devono periodicamente
subire tutti gli abitanti di quella zona.
Il reato di “lesa maestà”, a quanto pare
ripristinato a Calvi Risorta nel giugno del 2017, ha così garantito al
cittadino in questione, che ha esercitato un legittimo diritto di critica
politica verso gli amministratori comunali, un comunicato ufficiale a lui
dedicato. Nello stesso lo si accusa di esercitare una forma di “accanimento
contro le persone”, di essere uno smemorato ed una persona che per “una
questione di tifoserie politiche vuole ribaltare o negare la verità”.
Lombardi e soci affermano che nessuna
amministrazione ha mai pensato di risolvere i disagi che patiscono gli abitanti
di Cappella-Raeta, tanto meno le amministrazioni di Caparco e Marrocco che vivevano una “condizione
amministrativa economicamente florida”. Loro invece hanno in programma dei
lavori che partiranno entro il mese di gennaio, per cui se il cittadino chiede
le dimissioni dell’amministrazione in carica, secondo Lombardi dovrebbe anche
chiedere ai passati amministratori, che non li avrebbero tenuti mai in
considerazione, di non candidarsi più. Bene, anzi malissimo!
Il nostro Sindaco crede forse di conoscere
gli orientamenti di voto di ogni elettore di Calvi Risorta, per arrivare ad
accusare qualcuno di voler “ribaltare o negare la verità” per una questione di
“tifoserie politiche”. Nemmeno gli passa in mente che potrebbero esserci dei
cittadini che hanno democraticamente votato per lui, nel 2017, e che dopo due
anni e mezzo di nulla più assoluto possono aver capito di che pasta sono fatti.
Gli unici smemorati però, gli unici che vogliono ribaltare o negare la verità,
grazie ai soliti comunicati farlocchi, siete soltanto
voi cari amministratori.
L’amministrazione Marrocco – quella che
avrebbe vissuto una “condizione amministrativa economicamente florida” (il che
equivale a dire che il dissesto, che dovrebbe derivare da decenni di cattiva
amministrazione, sia solo una invenzione del commissario) – con deliberazione
di giunta n. 41 del 22/04/2015, ha inserito nel programma triennale delle opere
pubbliche 2015/2017 il progetto definitivo/esecutivo per i lavori di
“Sistemazione della strada rurale Raeta-Grottatammorre”,
per un importo di 350.000,00 €, approvato con deliberazione di giunta n. 43 del
22/04/2015.
Il progetto, che doveva essere finanziato
con i fondi PSR Campania, prevedeva una serie di opere di drenaggio e di scolo
delle acque piovane, insieme al rifacimento del manto stradale, e sarebbe stato
portato avanti con determinazione dall’amministrazione Marrocco. Tuttavia, con
lo scioglimento anticipato della stessa e l’avvento del commissario, sotto il
quale non vi è stato un solo lavoro finanziato e/o avviato, si è arenato il
tutto.
Il problema sarebbe
probabilmente già stato risolto da un paio d'anni, ma qualcuno aveva
l’ambizione sfrenata di amministrare (regalandoci prima 15 mesi di disastroso
commissariamento), di occupare poltrone e di percepire le indennità mensili,
che ci costeranno almeno 65.000,00 € l'anno.
Questa è la verità
storica e documentata. Poi siete liberi di continuare a "ribaltare o
negare la verità" e di trovare il capro espiatorio di turno (le passate
amministrazioni, l'opposizione, i siti d'informazione locale, i cittadini che
protestano,...): è il vostro modo di fare e di essere!
Il Consigliere Dott. Giovanni Marrocco
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