AUTOVELOX DI CALVI RISORTA: UN VERO CASO DI MALA AMMINISTRAZIONE

Dott. Giovanni Marrocco

20 dicembre 2019

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La giunta Lombardi parla spesso (a vanvera) di responsabilità delle precedenti amministrazioni in ordine al dissesto finanziario, laddove per “precedenti”  omette sempre di indicare quella a guida Giacomo Zacchia-Remo Cipro.

Senza uno straccio di responsabilità accertata dalla Corte dei Conti, ancorché investita da più di 3 anni della vicenda, i nostri amministratori di maggioranza, nei loro comunicati,  puntano il dito contro i 22 mesi di gestione Marrocco, definendoli "scellerati” dal  punto di vista finanziario.

I numeri dicono invece che di scellerato c’è solo l’attività inefficiente ed improduttiva della giunta Lombardi, sotto la quale i costi degli incarichi e dei servizi (quei pochi ancora erogati), ma soprattutto le spese per le indennità di funzione, sono lievitati a dismisura rispetto alla gestione Marrocco.

Tanto premesso, vorremmo parlarvi oggi di una “vecchia” vicenda, che rappresenta l’emblema della cattiva amministrazione (quella vera ed accertata giudizialmente). Parliamo degli autovelox impiantati nel 2007 a Calvi Risorta (con l'amministrazione Zacchia), che hanno comportato ingenti oneri finanziari, un gravoso impegno lavorativo dei dipendenti comunali e strascichi di natura giudiziaria, in sede civile, contabile e penale, che potrebbero finalmente avviarsi, dopo 12 anni, ad una attesa conclusione.

Il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, I sezione civile, ha infatti emesso il 17/12/2019 la sentenza 3271/2019, con la quale revoca il decreto ingiuntivo richiesto dalla “I.D.E.A. LUCE s.r.l.” e rigetta la domanda di pagamento del corrispettivo con esso avviata, condannando il fornitore degli autovelox al pagamento delle spese del giudizio di opposizione. Si ringrazia per il  brillante risultato, sia in sede civile sia penale, l'Avv. Di Rubbo Letizia, l'allora legale del Comune di Calvi Risorta.

Nel merito ricordiamo che il contratto stipulato tra le parti,  in data 22.1.2007, prevedeva che la ditta appaltatrice (“I.D.E.A. LUCE s.r.l.”) fornisse a noleggio due apparecchiature tipo autovelox, installasse la segnaletica della loro presenza, provvedesse allo sviluppo delle pellicole fotografiche e alla manutenzione delle apparecchiature stesse.

Veniva fissato allo scopo un corrispettivo da versare alla “I.D.E.A. LUCE s.r.l.” pari al 42,75% degli importi delle sanzioni pecuniarie accertate e riscosse.

Un contratto assurdo, per il quale la ditta, noleggiatrice di due apparecchiature dal costo complessivo di € 40.000,00, avrebbe potuto incassare potenzialmente milioni di euro! Un contratto contro il quale, dalle file dell’opposizione prima e con la giunta Caparco poi, abbiamo condotto una battaglia spietata, ritenendo lo stesso illegittimo e deleterio per le casse comunali. Basti pensare che, tra il 2009 ed il 2010, si è dovuto stipulare un piano di rientro triennale con le Poste, per il pagamento di circa 250.000,00 € di spese di spedizione dei verbali, poi annullati per il 90% dai Giudici di Pace, con condanna del comune alle spese di giudizio per altre diverse decine di migliaia di €!

Sul punto si è espressa nel 2013 anche la Corte dei Conti, che ha condannato l’intera giunta Zacchia, fatta eccezione per l’allora assessore Ermanno Izzo, estraneo alla vicenda, al rimborso al comune delle somme liquidate al gestore (all’epoca € 256.219,98), per la parte costituente il danno erariale. Le somme furono recuperate soltanto per il 30% dal Comune, grazie ad un condono contabile.

Il giudizio penale si è invece chiuso senza conseguenze per gli imputati, per intervenuta prescrizione delle ipotesi di reato.

Il Tribunale civile di S.M.C.V. si è espresso ora in ordine all’atto di citazione notificato il 15.4.2011, con il quale il Comune di Calvi Risorta si è opposto al decreto che ingiungeva allo stesso il pagamento di ulteriori € 42.403,55 in favore della “I.D.E.A. LUCE s.r.l.”, come da fattura n. 63 del 12.6.2009.

L’opposizione è stata accolta, con conseguente revoca del decreto ingiuntivo.

Il Tribunale sammaritano ha sentenziato che la modalità di determinazione del corrispettivo era incompatibile con i principi generali della disciplina contabile pubblica in materia di spese di accertamento, nonché contrario ai principi di imparzialità e buon andamento della P.A., indicati dall’articolo 97 della Costituzione.

L’anomalia del metodo si riverbera, secondo la sentenza, sul contratto del 22.1.2007 che lo ha recepito e lo impregna di nullità per contrarietà (della causa) alle norme imperative ed all’ordine pubblico.

La sentenza continua statuendo che l’obbligazione contrattuale dedotta a fondamento della domanda si rivela nulla, prescindendo dalla eventuale rilevanza penale delle condotte sottese alla stipula dell’appalto in questione, che il giudicato penale cautelare non ha comunque mancato di avvertire.

Lo stesso Collegio ha ravvisato la stretta pertinenzialità tra il reato di abuso d’ufficio e le somme incassate dalla ditta privata in esecuzione del contratto di appalto, mantenendo su di esse la misura cautelare reale preventiva, mai revocata.

Una vicenda gravissima, sulla quale però i solerti amministratori Lombardi/Cipro non hanno proferito parola alcuna. Troppo scomodo, evidentemente, parlare dell’operato dell’amministrazione “a forte trazione PD”, come ebbe modo di definirla l’attuale vice-sindaco Giuliano Cipro, nipote dell’allora vice-sindaco Remo Cipro.

Meglio ignorare le verità giudiziarie indigeste, più comodo inventarsi favole inesistenti su Marrocco!

Quello che però ci interessa è che il comune ha per ora scampato il rischio di dover pagare ulteriori 45.000,00 € circa, per quel contratto illegittimo e "scellerato".

Per inciso anche all'epoca, con lo stesso mantra e stile comunicativo, adottato oggi dalla giunta Lombardi, si parlava di opposizione bieca e assurda, che non faceva il bene di Calvi Risorta... speriamo che la storia non debba ripetersi!

Il Consigliere Dott. Giovanni Marrocco