“NON ABBIAMO PIU' PAROLE...”

Massimo Zona, 22 marzo 2017

“Non abbiamo più parole... siamo arrivati a un livello di degrado e inciviltà abnorme, assurdo, fuori dal mondo, siamo alla follia.”

Inizia così l’ennesima tirata di un Vito Taffuri fustigante e furioso contro l’immigrazione degli ultimi tempi, che hanno affollato di facce nuove e di pelle di colore diverso la nostra cittadina.

Sono d’accordo con lui quando afferma che è grave che i nostri organi amministrativi (leggi “Prefettura”) dispongano a loro piacimento la dislocazione di queste persone a seconda delle richieste dei privati, ma non sono d’accordo quando afferma: “Già è pronta una sottoscrizione da inviare agli organi competenti per chiedere la chiusura di questi centri di accoglienza che stanno mortificando il nostro territorio”.

Queste persone appartengono comunque, checché se ne dica, al genere umano e vanno pertanto educati a comportarsi secondo regole che forse da loro e per loro non sono abituali.

Compito che dovrebbe essere principalmente demandato a coloro che con tanta sollecitudine premono presso le autorità per vedersi assegnato un numero sempre più grande di persone e poter godere di un guadagno sempre più grande.

E’ questo lo scandalo su cui si dovrebbe indagare.

Qual è il compito di questi presunti benefattori dell’umanità, se non continuare uno sfruttamento che è iniziato a migliaia di chilometri da noi?

Non penso che il buon Vito abbia personalmente assistito a qualcuno di questi episodi, ma sicuramente ne ha letto su Facebook.

Ma la persona o le persone che hanno eventualmente assistito, si sono poi fatte carico di intervenire per spiegare loro che ci sono i posti deputati a fare ciò, primi tra tutti i bagni dei bar davanti ai quali questi giovani sfaccendati sostano per ore?

E poi, caro Vito, ti sei mai fatto dentro la villetta il giorno successivo a una Festa della Birra o ai tanti sabati sera estivi?

Avresti trovato un mare di bottiglie vuote, molte fracassate contro i muretti insieme ad evidenti quanto nauseabonde tracce di vomito lasciate dai nostri civilissimi e ubriachi concittadini.

Non è facendo del populismo e del qualunquismo di bassa lega che si risolvono questi problemi, né chiedendo la chiusura dei centri e l’espulsione dei migranti.

Andrebbe fatto a monte un discorso molto più completo e più serio e cioè intavolare da subito un programma di inserimento reale nella realtà cittadina di giovani che hanno l’unico torto di essere nati in un posto sbagliato e che cercano disperatamente una nuova realtà per trovare uno sbocco alla loro vita.

E non bivaccando per strada o davanti ai bar, facendo nulla o quasi, che potranno trovarlo, sommersi da indifferenza e, soprattutto, da una noia mortale.

 

 

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