I sindaci dell’Agro caleno
preoccupati per il futuro lanciano l’allarme e invocano bonifiche
Elio
Zanni, 21 giugno 2015
«Basta
inquinamento ambientale, è deleterio per la salute pubblica e spegne i motori
trainanti dell’economia locare: l’agricoltura e il turismo». Mentre i sindaci
dell’Agro caleno preoccupati per il futuro lanciano l’allarme e invocano
bonifiche e il Comitato agrocaleno denuncia
«movimenti e lavori sospetti nei pressi dell’area ex Pozzi e sul sito dove
dovrebbe nascere la nuova centrale elettrica a biomasse: a qualche chilometro
più nord di Calvi, a Presenzano, il primo cittadino, Andrea Maccarelli,
inorridito dall’ecocatastrofe calena e temendo ricadute, chiama all’appello il
neopresidente provinciale, Angelo Di Costanzo.
Ma
la giovane fascia tricolore non fa solo questo. Maccarelli, infatti,
capitalizzando la presenza del presidente e cogliendo al balzo il momento di
massima attenzione pubblica sulla «questione ambientale» rispolvera e convocare
a Presenzano un soggetto politico-sociale di cui non
si sentiva più parlare da almeno un anno: la Consulta dei sindaci dell’Alto
casertano. Si tratta di quell’organismo ultralocalistico che, sempre un anno fa
designò Maccarelli portavoce e suo massimo rappresentante. Un organo
«consultivo» come suggerisce la stessa denominazione, che lunedì avrà modo di
presentarsi e confrontarsi con Di Costanzo.
A Presenzano non ci saranno solo i membri della Consulta, ma
vale ugualmente la pena precisare che essa è composta di sindaci di oggi e del
recente passato, da amministratori pubblici vecchi e nuovi, da rappresentati a
tutti i livelli di Forza Italia, da attivisti e dai presidenti delle maggiori
associazioni del territorio. «La visita del presidente Di Costanzo, ossia di
colui il quale ha vinto la prima elezione dopo la riforma Delrio
che ha trasformato la Provincia in ente di secondo livello, sarà l’occasione di
richiedere lo «stop a ogni forma d’inquinamento del territorio e di
deturpamento del ricco paesaggio naturalistico, storico e architettonico», fa
sapere Maccarelli in una nota informativa che prelude l’evento di domani.
L’occasione
sarà quella buona anche per chiedere alla nuova Provincia «politiche nuove di
rilancio socio-economico e culturale del territorio a nord di Caserta».
Insomma, c’è chi farebbe carte false per togliersi di dosso il marchio di Terra
dei fuochi, infamante distintivo riservato ai comuni ricadenti nell’area fino a
ieri (ossia prima del «caso Calvi Risorta») illusoriamente confinata a nord di
Napoli. Ma c’è anche chi, di fronte a tanto orrore e danni per l’economia
locale e per la salute pubblica, vorrebbe trovare una soluzione per giocare in
anticipo «con una serie di azioni preventive, che costano economicamente anche
meno delle bonifiche, e di risanamento dei siti a rischio», pur di scongiurare
qualsiasi ipotesi anche solo di coinvolgimento e assimilazione mediata alle
terre bruciate delle provincie di Napoli e Caserta. E mentre la politica tenta
di giocare qualche valida carta negli avamposti a nord dell’Alto casertano,
nell’umiliata Calvi che pensa a una via di uscita dal problema ambientale e a
un riscatto sociale e d’immagine del territorio, per strada sono di nuovo scesi
gli attivisti del Comitato di difesa dell’Agro caleno. Il Sit-in, vessato solo
dalla pioggia improvvisa, si è tenuto proprio all’ingresso dell’ex area pozzi e
prelude alla manifestazione e mobilitazione generale, con tanto di corteo, in
programma per sabato prossimo, 27 giugno.
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