Calvi inquinata: appello del
sindaco Marrocco
Elio
Zanni, 17 giugno 2015
«Un
pezzo verde di periferia calena è inquinato da tonnellate di scorie
industriali? Questo è tragicamente vero. Ora però, non ci lasciate soli. Che
prevalga il senso di responsabilità delle istituzioni e la consapevolezza
nell’Agro caleno che beviamo tutti la stessa acqua, respiriamo la stessa aria e
mangiamo gli stressi cibi».
È
un vero e proprio appello agli organi superiori di governo, provinciali e
regionali, quello diramato ieri dal sindaco di Calvi Risorta, Giovanni
Marrocco. La fascia tricolore ha sempre osservato con interesse i Comitati di
lotta per la difesa dell’Agro caleno, quando la devastazione era solo una
scomoda ipotesi. Da quei giovani, forse, Marrocco ha attinto quel sano
pessimismo che sta alla base del suo comprensibile timore. La paura che
«scoperchiato il vaso di Pandora dell’area agricola mai coltivata, attigua
all’ex Pozzi e alla statale Appia, spenti i riflettori dei media in cerca di
notizie clamorose, Calvi possa essere abbandonata al suo destino».
Già,
e caricata di problemi che le magre economie locali non consentirebbero mai di
risolvere. Ma, forse, stavolta, la sorpresa sarà di tutt’altra specie che
quella che alimenta i foschi presagi di Marrocco. Assieme ai «complimenti alla
Guardia forestale per l’opera svolta, e a quanti hanno contribuito a far
scoprire questa bomba ecologica», infatti, intervenendo sulla questione, è
stato lo stesso presidente della Provincia, Angelo Di Costanzo, a fare sue, a
distanza, le aspettative di Marrocco.
«Ora
il Governo faccia la propria parte - ha detto, infatti, ieri, il presidente
dell’amministrazione provinciale - mettendo a disposizione i fondi per le
bonifiche e la caratterizzazione dei rifiuti rinvenuti. È necessario che
all’azione giudiziaria che è stata messa in moto corrisponda un’iniziativa
amministrativa altrettanto incisiva che cerchi di riparare i danni del
comportamento criminale di chi ha violentato l’ecosistema». Sulla stessa linea
di pensiero e per «una poderosa politica di bonifiche ambientali» si è detta la
parlamentare del Pd, Michela Rostan; che non ha
lesinato complimenti per la determinazione e la professionalità della
Forestale. «Questa vicenda è fortemente preoccupante per le ulteriori ricadute
sanitarie e ambientali in un territorio per altro non incluso nella cosiddetta
terra dei fuochi; e che quindi non gode ancora dello stesso livello di
monitoraggio - ha aggiunto, ieri, Rostan, componente
della Commissione bicamerale sul ciclo dei rifiuti - Ora sappiamo che il
territorio da bonificare è più vasto di quello già mappato. Per questo
occorrono fondi adeguati e un piano strategico nazionale».
È
il Movimento cinque stelle, invece, che in questi giorni sta chiedendo a gran
voce «che si scovino i colpevoli dell’inquinamento per i quali vanno applicate
le nuove leggi sugli ecoreati». Un auspicio che hanno
espresso, direttamente, ieri, sulla discarica calena, l’onorevole Marcello Taglialatela, deputato di Fratelli D’Italia e membro della
Commissione ambiente, insieme al membro dell’Esecutivo nazionale di Fdi-An, Gimmi Cangiano.
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