Rifiuti tossici industriali
nella ex Pozzi: 17 anni di silenzio
Elio
Zanni, 16 giugno 2015
Fusti
di rifiuti tossici occultati nel sottosuolo dell’ex area Pozzi Ginori di Calvi
Risorta? La notizia è clamorosa, merita la massima attenzione. Ma sarebbe anche
data in maniera parziale, monca, carente di un particolare di non poco conto se
nessuno mettesse in evidenza un particolare che potrebbe rivelarsi in grado di
incidere una svolta alle indagini dagli inquirenti, a caccia di colpevoli e
responsabilità. La devastante situazione della quale solo oggi si stanno tutti
rendendo conto, infatti, era già stata istituzionalmente segnalata con dovizia
di particolari tecnico-scientifici, esattamente sette anni fa, a spese del Comune.
Incredibile
a dirsi, ma è proprio così: qualcuno ha lasciato che passasse molta, anzi,
troppa acqua sotto i ponti, senza dar peso alle carte elaborate da un
professionista del posto su incarico diretto del Comune di Calvi Risorta retto
dal sindaco dell’epoca, Antonio Caparco. La relazione
di cui in Comune di conserva buona memoria, è del 6 maggio 2008, e fu elaborata
dall’ingegner Pietro Martino, già assessore alle attività produttive. Un
rapporto che letto oggi, diciassette anni dopo e con gli scavi aperti grazie
all’attenzione posta alla questione dalla forestale, fa letteralmente
accapponare la pelle. A pagina nove si può legge che «l’area interessata alla
discarica (si parla, quindi, già specificamente di discarica illegale, ndr) che
mostra la presenza di rifiuti solidi industriali è quella appartenente alle
particelle: 133, 135 e 136 quasi per intero. Inoltre, una porzione della
particella 137 e un lembo della 129 a ridosso della stradina».
E
gli ormai tristemente noti fusti con la vernice ormai indurita? Anche quelli
sono contenuti nella relazione. «C’è un’area con tracce di residui industriali
in superficie - recita la relazione tecnica - Area interessata alla
coltivazione e area di sbancamento e non coltivata». Insomma, il rapporto
forniva, su un piatto d’argento, tutte le indicazioni per aprire un’indagine
già sette anni fa. Poi tutto è stato congelato, messo a tacere, per motivi che
adesso saranno oggetto d’indagine.
Che
dire poi delle segnalazioni, più recenti ma non meno chiare, del gruppo
comunale di minoranza calena che fa capo ad Antonello Bonacci?
Rinascita Calena, infatti, a novembre del 2013 depositò segnalazioni e prove
fotografiche degli scempi in zona ex Pozzi che adesso stanno conquistando la
cronaca nazionale ed internazionale. Notizie d’ingenti quantitativi di rifiuti,
tra cui sostanze tossiche e pericolose, trasmesse anche al comando locale della
polizia municipale che avviò proprie verifiche. Da qui la condanna politica del
gruppo Rinascita che lamenta i gravi ritardi sul caso che ha trovato una svolta
solo oggi, grazie alla Forestale.
Visita www.CalviRisorta.com