Viaggiamo molto. Aerei
e treni rapidi accorciano sempre più distanze che
fino a non troppi anni fa sembravano
oceaniche. Appena abbiamo qualche ora maciniamo chilometri
e chilometri di strade alla ricerca
di borghi, tipicità, altro da noi. Guardando troppo in là, troppo
spesso ci dimentichiamo di abbassare lo sguardo su ciò che
ci circonda. La bellezza è ovunque, ed è più vicina
di quanto immaginiamo. Io stessa ho commesso troppe volte questo errore. Ho scritto di San Pietroburgo, di Praga, di Torino, di Cadiz. Qualche volta ho ristretto il cerchio e mi sono spostata su
Atina e poi su Napoli,
Santa Maria Capua Vetere, persino.
Senza accorgermi che la bellezza, la storia, la ricchezza le avevo dentro casa, sotto casa.
Ebbene, oggi vi parlo
di me per parlarvi del mio paese: Calvi Risorta.
E’ ubicato
nell’alto casertano, a
circa trenta chilometri da Caserta
e meno di dieci chilometri da Teano (luogo
dello storico incontro tra Garibaldi e Vittorio Emanuele).
Arrivando dal bivio principale, trovate un cartello che vi annuncia di essere giunti
a “Calvi Risorta, già Cales”. Sì, perché il mio
paese, che oggi conta circa seimila abitanti, è risorto, appunto, sulle rovine della
Antica Cales, in cui gli Aurunci, gli
Ausoni, gli Etruschi, i Latini
e i Sanniti hanno lasciato le proprie impronte.
“Caleno” è l’aggettivo
sostantivato che ci identifica come abitanti di.
E caleni
erano i “fictilia”,
ossia i vasi
in argilla che qui venivano prodotti, come calene erano le famose ceramiche smaltate in vernice nera lucida, distribuite
in tutta Italia.
Il buon vino
ivi prodotto spinse Cicerone a parlare di Agro
Caleno riferendosi al mio paese e, ancora
oggi, sono numerosi gli agricoltori
dediti alla cura della vigna.
Anche Vitruvio, Orazio,
Catone, Giovenale, Virgilio e molti altri ci citano
nei loro versi con parole di lode e apprezzamento.
Quante volte avete sentito parlare del calesse?
E quante volte non vi siete
soffermati sulla etimologia della parola? Cales-se. Ebbene sì, è qui, in quella che fu l’antica Cales, che il calesse
affonda le proprie radici. Trainato da cavalli o più
spesso da buoi, fino a pochi
anni fa ancora
era possibile incrociarne qualcuno per strada.
Il paese
è piccolo, la storia è grande.
Nella zona archeologica
si trovano i ruderi dell’Anfiteatro e del Teatro romani,
delle Terme, i resti di
un tempio e della vecchia chiesa dedicata a San Casto, i tratti della
cinta muraria, il famoso “Ponte delle
Monache”, la “Grotta delle Formelle” e
la “Grotta dei Santi”.
Le grotte,
scavate nel tufo, furono il
riparo dei monaci di San Basilio
che accorsero nell’antica Cales dall’Oriente,
dove erano perseguitati. Le
pareti delle grotte erano decorate da affreschi risalenti
al X e all’XI secolo che furono in seguito
trafugati.
Poco distante dal
comprensorio archeologico, troviamo la Cattedrale Romanica
che, sorta sui resti di un tempio,
risale al secolo XI. Al suo interno sono
custodite opere del Mozzillo e un antico sarcofago; molto interessante è
la cripta con delle bellissime colonne in pregiato granito cipollino e capitelli recuperati dalla Antica Cales.
Più o meno di
fronte alla Cattedrale, svetta il Castello Aragonese,
nato probabilmente dal restauro di
una antica roccaforte medievale. A pianta quadrangolare, è protetto da quattro
torri angolari, come prevedeva l’architettura militare dell’epoca.
A pochi passi dal castello
si trova il Seminario Vescovile
settecentesco che, fondato da Mons. Filippo Positano, per molti anni è stato
considerato “Albergo delle scienze e delle Muse”, guadagnandosi la visita di Papa Benedetto XIII.
Calvi Risorta però
non è solo l’Antica Cales. E’ un paese
tranquillo che rispetta la sua storia volgendo
lo sguardo verso il futuro.
Chi cerca
un’oasi di pace e serenità, può salire
sulla Piccola Lordes,
per pregare, per leggere,
per immergersi nella natura o solo per una visita “turistica”. Una piccola chiesetta
con ampio cortile anteriore
e dei brevi sentieri montuosi alle spalle sono
ciò che rende
questo posto un rifugio dalla frenesia
e dalla routine quotidiana.
Al centro
del paese, invece, troviamo il bellissimo
convento dei Padri Passionisti,
il Palazzo
Baronale che
in estate apre le sue porte
a varie manifestazioni
socio-culturali, l’elegante
Chiesa di San Nicandro V.M., oltre
a numerose ville private di più o meno
vecchia costruzione.
Le colazioni
del Bar Roma,
i numerosi eventi organizzati dal Bar
Bahia e la villetta comunale,
con i giardini e le giostre per i bambini, sono il fulcro
della vita sociale calena
in ogni stagione dell’anno.
D’estate, invece,
la pista da ballo all’aperto fa da palcoscenico
ai numerosi eventi della manifestazione “Estate Calena”.
Nel periodo di
Carnevale,
numerosi carri allegorici sfilano per le strade del paese terminando la loro corsa nella Pista
ove canti, balli e degustazioni di prodotti di
vario genere, rallegrano le serate di adulti e bambini.
Termino con un accenno
all’arte gelataia, con la storica gelateria di Nicolino, nella frazione di Zuni, e la più giovane ma non meno pregiata Gelateria Pasticceria
Antica Cales, ove,
oltre a ottimi gelati dai gusti
sempre nuovi, si possono comprare
pastarelle, torte e dolci tipici di ogni
genere.
Siamo il vecchio
e il nuovo. Scrigno strabordante di preziosi opacizzati
con troppo potenziale mal sfruttato, specchio di un’Italia che
ha tanto da offrire ma non ha ancora imparato a vendersi.
Visita www.CalviRisorta.com