Le fasi di tecnica costruttiva del Teatro Romano di Cales
Comune di Pignataro, 13
aprile 2015
Angelo Martino
L’antica
Cales sorgeva su un pianoro attraversato da importanti vie di comunicazione tra
il Lazio e la Campania. Oggi si trova nella località che conserva il toponimo
di Calvi Vecchia presso l’attuale comune di Calvi Risorta. Strabone la definì
“città splendida” e in età preromana fu il centro più importante della
popolazione degli Ausoni-Aurunci.
Fu
la prima colonia romana fondata in Campania, per la sua posizione strategica
all’interno della regione, al confine con la fertile pianura controllata da
Capua e con le vie d’accesso al Sannio e al Lazio. In
età imperiale, Cales ebbe due edifici per spettacoli: il Teatro per le
rappresentazioni sceniche e l’Anfiteatro per i combattimenti tra gladiatori.
Consideriamo che in età
imperiale la città di Cales acquistò un suo particolare prestigio, anche in
relazione al fatto che alcune famiglie locali, tra cui i Vitrasii
e i Vinicii rivestirono importanti incarichi
pubbliche, un prestigio che a Cales si rifletteva in atti di cosiddetto evergetismo col finanziamento di importanti opere
pubbliche. In particolare Marcus Vinicius fu due
volte console e intimo dell’imperatore Augusto.
Il teatro di Cales sorge
nella zona mediana della città antica, in prossimità del limite occidentale
delle mura e a poca distanza dal Foro, in località Grotte. Bisogna
premettere che i primi studi che trattano del Teatro Romano sono del vescovo di
Calvi Mons. Giuseppe Maria Capece Zurlo, il quale,
nel primo capitolo del “Ragguaglio istorico della
Città e Diocesi di Calvi” scrive: “Non molto lontano da queste terme del foro
si scorgono non pochi avanzi di un maestoso edificio”. Al riguardo della
funzione dell’edificio tra gli storici locali dell’ottocento vi fu una discussione
fino a quando il Barone Ricca precisò con dati inconfutabili che si trattava di
un Teatro, oltre al fatto che “questa fabbrica si manifesta ancora oggi
visibilmente per teatro”. Il teatro di Cales ha la pianta poco più ampia di un
semicerchio con l’asse mediano della cavea orientato come anfiteatro da Est ad
Ovest ortogonale al cardo maximus. Gli scavi hanno
portato alla quasi completa messa in luce del monumento che si dispone in uno
spazio quadrangolare tra un asse viario a sud e la terrazza di un’area sacra a
nord. Le coordinate geografiche del teatro di Cales sono latitudine 41° 11’
59.91”; longitudine 14’ 7’55.48”.
Inoltre la struttura del
teatro si pone tra un asse viario, diramazione del cardo maximus,
che prosegue a sud e a nord di un muro di contenimento in opus incertum della terrazza che ospitava sin da età arcaica la
suddetta area sacra.
Il primo impianto, datato alla prima metà del secondo secolo a.C. è documentato
non solo dai resti murati in opus incertum, già
individuati nel corridoio di accesso alla scena, ma anche dalle tracce,
all’interno dell’orchestra, di una gradinata più antica, a sua volta obliterata
da un bacino monumentale di età augustea. Scrive a tal riguardo Stanislao
Raffaele Femiano: “L’età di questa prima fase del
teatro è facilmente inquadrabile. La tecnica costruttiva si colloca nel non
breve periodo di transizione dall’opus incertum, di
cui il più antico esempio datato in Roma è la Porticus Aemilia del 174 a.C.,
tecnica il cui uso conobbe una lunga evoluzione che si svolse tra il III e gli
inizi del I secolo a.C. all’opus quasi reticulatum
negli ultimi lustri del II secolo a. C.”
Disposto in parallelo,
accostato al proscenio e occupante l’intera larghezza dell’orchestra, ossia lo
spazio tra le gradinate e il palcoscenico, esso dava all’edifico l’aspetto di
un ninfeo, con un prospetto ornato da semicolonne. La cavea, ossia l’insieme
delle gradinate, attualmente visibile, fu costruita nel I secolo a. C. in opus
quasi reticulatum, ossia con una tecnica muraria con
conci di pietra o terracotta a superficie esterna, disposti in maniera da
formare una rete di rombi, con nucleo interno della struttura in opera
cementizia. Della cavea resta visibile un unico moenianum,
delimitato da due corridoi.
Il proscenio si mostra ornato di nicchie semicircolari e quadrangolari in
ordine alterno con la una scena frontale, in relazione alla sua costruzione è
da ritenere che una prima struttura sia stata realizzata con dimensioni modeste
nel corso del I secolo d.C.
Successivamente, nel corso
del I secolo d.C. l’orchestra e l’edificio scenico, in particolare, subirono
modifiche e rifacimenti in riferimento all’innalzamento del livello e del piano
pavimentale dell’orchestra. Inoltre si realizzarono o nuovi sistemi per
consentire l’accesso alla media ed alta cavea, su cui viene creato un piccolo
tempio che richiama la struttura dei teatri di Sessa Aurunca e di Teano
Sidicino. Tale tempio potrebbe essere dedicato al dio Apollo. L’analisi
strutturale delle arcate e l’uniformità nell’uso del quasi-reticultum
mostrano che questa seconda fase del teatro di Cales fu costruita di getto.
Il teatro di Cales è stato
purtroppo spogliato in maniera sistematica del suo apparato decorativo che era
notevole, vista la quantità di frammenti marmorei e degli elementi architettonici
in marmo e tufo rinvenuti negli strati di interro. Infatti, anche se mancano i
resti di apparati decorativi ed elementi architettonici, è ipotizzabile che la
decorazione fosse di alto livello qualitativo tramite la visione attenta dei
pochi frammenti di marmi policromi presenti, le modanature architettoniche in
tufo e marmo e gli elementi scultorei lapidei.
A proposito di questi
ultimi, si evidenziano soggetti dionisiaci. E’ tale il frammento di rilievo con
sileno flautista che, come gli altri frammenti, possono essere di datazione tra
la fine del I e del II secolo d.C. Altri frammenti a tema dionisiaco e una
testa marmorea di età Antonina furono rinvenuti
nell’area nel 1862.
Collegato al teatro da una
scalinata in tufo, sulla terrazza a nord di esso e a sud del decumano massimo,
vi era un santuario di cui si conservano i resti di un edificio templare (coordinate
geografiche: Latitudine 41° 12’ 1.35’’ N, longitudine 14° 7’ 59.71’’ E).
Tale edificio fu costruito
verso la metà del I secolo d.C. su un’area sacra precedente da cui proviene un
capitello arcaico in tufo di stile dorico etrusco - campano ed un’antefissa a
testa femminile tra fiori di loto della fine del VI -
inizi del V secolo a.C.
Il teatro romano di Cales
e i monumenti vicini gravitavano molto probabilmente intorno al Foro della
città, considerando altresì che al margine meridionale era presente un arco
monumentale, detto tradizionalmente “Arco d’Orlando”.
Bibliografia:
Stanislao Raffaele Femiano – Linee di storia, topografia ed urbanistica
dell’Antica Cales - Centro Grafico Editoriale Fondazione Villaggio dei Ragazzi
Stefano De Caro - La terra
nera degli antichi campani – ArteM - 2012
Concetta Bonacci – Cales - Un’area archeologica da riscoprire – Vertigo - 2013
Le foto che seguono sono
di Francesco Giuliano, nostro fotografo di redazione e di Pietro Ricciardi
Teatro Romano Di Cales
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