La visita all’Antica Cales: Il resoconto e le interviste esclusive
Planetmagazine, 08
agosto 2014
Si
è svolta con successo, nella serata del 6 Agosto, la visita guidata nell’area
archeologica dell’antica Cales, nel Comune di Calvi Risorta (CE). L’iniziativa,
promossa dalla rete ArcheoCales, fa parte del
progetto “Cales da (ri)scoprire” ed ha visto una
serie di iniziative a partire dal mese di Marzo. La
visita è partita dall’area medievale di Calvi
Vecchia fino a giungere presso i resti del Teatro Romano. Il
prossimo appuntamento per a Cales è fissato per il 29 Agosto, data in cui avverrà una
visita notturna al Teatro, accompagnata da uno spettacolo teatrale.
La città di Cales fu fondata dalla civiltà Ausone,
diffusa anche sul territorio di Sessa Aurunca e nella zona del fiume Liri;
circa nel 335 a.C. Cales fu conquistata dai Romani ed assunse un ruolo
strategico per la penetrazioni di questi in Campania. L’importanza della città
è testimoniata dal fatto che nel 267 a.C. essa fu scelta come sede di una delle
quattro questure decretate dal senato romano. Autori antichi come Cicerone, Stazio, Orazio, Strabone e
Plinio, descrivono Cales come città fiorente per l’agricoltura e l’artigianato,
in particolare la produzione di ceramica. L’area archeologica ha un valore
inestimabile e potrebbe essere definita la Pompei di
Terra
di Lavoro, comprendendo ad esempio il Teatro, l’Anfiteatro e le Terme. Solo il
Teatro è stato oggetto di scavi di recupero ma non è ancora fruibile per un
turismo organizzato. L’anfiteatro si trova attualmente in un terreno privato e
non è stato ancora riportato alla luce. In questo contesto prende avvio
l’importantissima iniziativa della rete ArcheoCales.
I volontari delle associazioni calene si sono letteralmente rimboccati le
maniche e, dopo aver ottenuto un micro finanziamento dal CSV (Centro Servizi
per il Volontariato), si sono occupati della pulizia dell’area ed hanno attuato
degli interventi di miglioramento del sito come l’inserimento di cartelli che
descrivono la storia del luogo.
Un
tesoro sommerso quello di Cales, posto sulla Casilina tra le uscite
autostradali di Caianello e Capua, che aspetta solamente di essere riportato
alla luce e di essere valorizzato per creare un importante flusso economico per
tutto il circondario. Tutta l’area dell’alta Campania, da Sessa Aurunca a
Pietravairano, passando anche per Presenzano e Teano, conobbe un importante
sviluppo nell’età antica e fu un interessante e suggestivo incontro di civiltà
diversa. Come spiega infatti l’archeologa Tina Bonacci, autrice tra l’altro del
libro “CALES – Un’area archeologica da riscoprire”, nel territorio di Terra di
Lavoro furono presenti sia gli Ausoni a Cales, i Sidicini a Teanum,
gli Osci a Capua, i Sanniti a Rufrae (Presenzano). Vi
sono numerose testimonianze di contatti politici e commerciali tra queste
popolazioni, e tra esse ed altre civiltà italiche.
Un
museo a cielo aperto quello dell’Agro Caleno e dell’Alto Casertano, che
comprende anche il Teatro di Teano, quello di Sessa, l’Anfiteatro di Presenzano
(ancora da recuperare) e il suggestivo Teatro-Templio di Pietravairano, il
tutto poco distante dall’Anfiteatro Campano di Santa Maria Capua Vetere, per
grandezza secondo in Italia solo al Colosseo e dove avvennero le storiche gesta
del combattente Spartaco. Attraverso una seria collaborazione tra istituzioni
locali, enti statali predisposti ed i soggetti attivi del territorio, è
possibile avviare un recupero, valorizzazione e rilancio di questi importanti
beni archeologici. In gioco non ci sono soltanto fattori economici, come
l’attrazione di flussi turistici tra Roma e Napoli e la conseguente creazioni
di posti di lavoro, ma anche un importante recupero di un patrimonio
identitario, storico e culturale immenso ma sommerso ormai da troppi anni.
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