Cales “Viaggio nel degrado assoluto”

 

Caserta24ore, 24 febbraio 2012

 

Paolo Mesolella

 

L’antica Cales all’attenzione di due prestigiose riviste archeologiche di livello nazionale. Grazie, infatti, al presidente dell’Archeoclub Cales, prof. Paolo Mesolella ed al direttore di Archeorivista, il dott. Giovanni Lattanzi, è stato pubblicato un doppio servizio su Cales.

 

Sono stati pubblicati, in particolare, un servizio tecnico su “ArcheoGuida” ed un reportage di denuncia su “ArcheoRivista”, poi rilanciati su numerose testate in rete e su facebook. Un’operazione giornalistico culturale che sta riscuotendo un grande successo nella rete. L’articolo di denuncia, in particolare è stato pubblicato su ArcheoRivista all’indirizzo:

 

http://www.archeorivista.it/0011795_calvi-risorta-cales-romana-dimenticata-nel-degrado/

 

mentre il servizio specialistico sull’Antica di città di Cales, capitale degli Ausoni e prima colonia romana in Campania è stata pubblicata all’indirizzo

 

http://www.archeoguida.it/008011_calvi-risorta-cales.html

 

Tutto è iniziato nel settembre scorso quando sono arrivati a Calvi Risorta, su invito dell’Archeoclub Cales, il Direttore di Archeorivista Lattanzi ed un redattore di Archeoguida. A condurli lungo l’area archeologica, con il presidente dell’Archeoclub Cales, prof. Paolo Mesolella, c’erano i soci prof. Pasquale De Stefano, Erminio Zona e Francesco Politanò.

 

Di qui è nata una escursione alla scoperta delle evidenze storiche archeologiche di Calvi. Dall’area archeologica alla cattedrale, dalle Grotte affrescate alla chiesa di San Casto, al Ponte delle Monache. Ma soprattutto è nato l’interessante reportage di Giovanni Lattanzi sull’indicibile degrado in cui versa l’area. Che l’antica Cales versi in condizione di degrado storicizzato, per la verità, lo hanno scritto l’archeologa Mariapia Statile e il giornalista Franco Arminio nel libro “Terracarne” edito da Mondadori. Sottolinea, però, Lattanzi: ”Incuriositi abbiamo deciso di verificare con i nostri occhi e abbiamo preso contatto con il giornalista Paolo Mesolella, un cronista coraggioso e appassionato del suo territorio che, assieme agli altri componenti della locale sede di Archeoclub d’Italia si batte per la tutela e la rinascita di questo straordinario sito archeologico.

 

Per comprendere le difficoltà con le quali si confronta e la mole del suo impegno non dimentichiamo, tra l’altro, che questa è terra di Casalesi… In 20 anni di professione come giornalista e fotoreporter nel settore dei beni culturali non avevo mai visto una situazione di degrado come questa, per ampiezza del sito e per assurdità della trascuratezza in atto.


L’Italia è un paese che trabocca di “vergogne”, situazioni riprovevoli delle quali una nazione civile non solo si vergognerebbe, me per le quali si adopererebbe immediatamente al fine di sanarle. Dato che questo non è un paese civile, ecco che le “vergogne”, oltre ad abbondare, incancreniscono come ferite non disinfettate.

 

Cales è una di queste. Un’ area del sud Italia che racchiude, in pochi chilometri quadrati, una intera città romana semisepolta, una delle più antiche chiese del meridione, quella di San Casto, un castello, una cattedrale, grotte e chiese rupestri; e questo solo per citare quel che emerge alla superficie.

 

Eppure, invece di trasformare questo straordinario patrimonio in un parco, un luogo di turismo ad economia virtuosa, le amministrazioni e lo Stato lo hanno sventrato facendolo tagliare in due dall’autostrada del Sole, e poi lo hanno abbandonato ai rovi e alla camorra del Casalesi”.