Dimissioni in blocco presentate la scorsa settimana da otto consiglieri comunali

 

Il Mattino, 06 gennaio 2009

 

ELIO ZANNI

 

«Egregi, prefetto Ezio Monaco e vice prefetto Vincenzo Lubrano: vi auguro di trovare nella nostra comunità la collaborazione sulla quale il sottoscritto in questi anni, purtroppo, non ha potuto contare». Così, tra un auspicio di buon lavoro e la rievocazione dell'esistenza di un fumus persecutionis contro la sua giunta, Giacomo Zacchia, il «sindaco uscente di Calvi Risorta» (come lui stesso si è andato a definire) in un lungo documento politico storicizza l'improvviso stop dato alla sua azione amministrativa iniziata a giugno del 2004.

 

A fermarlo sono state le dimissioni in blocco presentate la scorsa settimana da otto consiglieri comunali di opposizione che, a quanto pare, avrebbero dato semplicemente manforte alla decisione scissionista da tempo maturata dal rappresentante della seconda carica politica del civico consesso, ossia il presidente del consiglio Gabriella Perrotta. Senza di lei, Gaetano Capuano, Antonio Caparco, Massimo Taffuri, Casto Geremia, Nicola D'Onofrio, Giovanni Marrocco, Claudio De Biasio e Amedeo Martino, probabilmente, non ci sarebbero mai riusciti.

 

Eppure, nel suo acuminato j'accuse, che vuole essere anche una ricapitolazione di quanto già fatto per Calvi, Zacchia non attribuisce nessun peso alla cosa. Cosa alla quale, ecco il punto, non rinuncia Perrotta. Così, in questi giorni dalla calza della Befana calena, tra una lettera al prefetto, un comunicato stampa l'altro è saltato fuori anche un pubblico manifesto della dimissionaria che, a differenza di Zacchia, non lesina motivazioni circa i motivi del commissariamento.

 

«La mia decisione, ponderata lungamente, è scaturita - dice Perrotta - da tante e tante delusioni subite dall'amministrazione dell'ex sindaco Zacchia, dalla sua giunta e dagli altri ex consiglieri di maggioranza».

 

E Caparco, già sindaco di Calvi e ora in pole position per una nuova candidatura che fa? Ebbene, proprio ieri sera ha aumentato la dose con l'ennesimo manifesto che riassume, naturalmente, quanto di peggio sarebbe accaduto in città sotto il governo Zacchia. Insomma, anche dopo la nomina del commissario e lo scioglimento del Consiglio, le acque politico-amministrative continuano ad essere agitate.